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BERTO FOR PINA CYCLE MOTION

Ti ricordi l’esatto momento in cui hai deciso di diventare fashion designer?
Da architetti, abbiamo da sempre immaginato lo studio della progettazione come un guardare oltre, per risolvere un problema, così la nostra passione per ogni forma di design ci ha portati alla moda, vista come un superamento delle mode mode stagionali, delle costrizioni in taglie o analisi trend. Ecco cosa ci ha fatto intuire di essere designer di moda e non stilisti.

Berto contribuisce con sincerità e dedizione alla causa della sostenibilità ambientale nel campo tessile.

Qual è stato il tuo primo progetto?
Abbiamo iniziato studiando le forme di un fenomeno naturale che si chiama calanco, un solco lungo, sottile e profondo scaturito dall’erosione delle acque, che è tipico dei terreni argillosi, abbiamo così studiato e verificato le modulazioni naturali di quei prodigi, riportandoli su una serie di capospalla, assecondando le venature accentuate dal corpo umano, quindi progettazione modulare sul corpo umano. L’abbiamo fatto utilizzando tessuti organici, in quel caso furono delle lane. Stavamo già iniziando il nostro percorso verso la moda sostenibile, avvicinandoci a tutti quei tessuti naturali, certificati, organici o proveniente da processi di rigenerazione.

Il processo creativo: lavori in modo istintivo o piani chi ogni singolo step? Da dove arrivano le tue idee?
La fase creativa è strettamente legata alla logica e alla progettazione. Non c’è per noi creatività senza logica, ogni singolo passo è pensato in un ordine preciso volto allo sviluppo di un capo che sia modulabile, pensato per assecondare ed armonizzare le forme del corpo umano.

Che cosa hai pensato quando sei stato contattato da Berto?
Siamo davvero felici di poter collaborare con una realtà come Berto, che contribuisce con sincerità e dedizione alla causa della sostenibilità ambientale nel campo tessile.

Con quali dei tessuti di Berto hai lavorato per il tuo progetto e le tue collezioni?
Abbiamo utilizzato RECOVER BROKEN 45

Qual è la parte più significativa di Berto for Talents secondo te? Quali obiettivi sei stato in grado di raggiungere grazie a questo programma?
PINA è una small business con un focus incentrato sulla moda circolare. Berto ci ha dato la possibilità di poter inserire nella nostra produzione un tessuto come il denim, il quale normalmente rappresenta uno dei tessuti più inquinanti, con Berto diventa al contrario esempio di sostenibilità ambientale ed eleganza, dandoci la possibilità di sviluppare una linea coerente con i nostri standard di trasparenza, semplicità e raffinatezza.

“Less but better” può essere letto come l’approvazione di un certo grado di purezza nel design ma anche nel fashion design. Può anche essere inteso come un messaggio ambientale sulla riduzione e la sostenibilità. Cosa ne pensi?
Siamo certi che ridurre ed alleggerire i passaggi durante la fase produttiva possa essere fondamentale nella riduzione dei rifiuti generati, ma anche nel consumo di energie e strumenti che possano quindi generare inquinamento, questo sempre nel rispetto del fattore umano che per PINA rappresenta una priorità.

C’è qualcosa che non hai mai fatto e che ti piacerebbe realizzare?
Il nostro obbiettivo, il nostro sogno, è quello di creare una “fabbrica di valori”, arrivare a poter generare un sistema che dia la possibilità di far crescere tutti in modo equo, sano, sostenibile. La nostra mission è volta a realizzare un processo nel quale sviluppo, etica e rispetto per l’ambiente si muovano insieme perseguendo gli stessi obbiettivi, con l’unica finalità di un progresso sociale, culturale ed economico, non del singolo individuo ma della comunità, attraverso il lavoro e l’attenzione di tutti. Perseguendo sempre la bellezza e la semplicità.

lapinaveste.com

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