BERTO FOR PROGETTO QUID: #INTERVIEW
Vi ricordate l’esatto momento in cui avete deciso di diventare fashion designer?

Cristina - La mia passione per la moda nasce esattamente 25 anni fa, il giorno in cui sono nata. Fin da subito ho sentito scorrere nelle vene la tipica pazzia creativa, una pazzia difficile da gestire. Appena ne sono entrata in simbiosi, tramite una semplice matita, ogni mia emozione si è trasformata in qualcosa di tangibile e realizzabile. Non è un settore facile, a causa della continua e spietata competizione, ma sono convinta che se ogni creativo riesce a farsi comprendere può conquistare tutti coloro che sono riusciti a cogliere ed interpretare la sua pazzia.

Valeria - Ho iniziato a sognare di fare la fashion designer negli anni 90’, guardando sfilare sulle passerelle dei grandi stilisti i loro meravigliosi abiti da sera in seta. Poi durante il mio percorso formativo ho identificato la passione per la modellistica, che bene si adatta anche al mio forte senso pratico e alla mia precisione.
La parte più significativa e innovativa di questo progetto è sapere di poter contribuire a rafforzare l’immagine di un partner attraverso la creazione di prodotti giovani e versatili nati da materiali di ottima qualità.
Qual è stato il vostro primo progetto?

Valeria - Il mio primo progetto è stato come fashion coordinator per la realizzazione di una linea di conformato all’età di 23 anni.

Cristina - Ho frequentato un’accademia di moda a Verona, all’interno della quale ho avuto l’incredibile opportunità di partecipare a degli stage all’interno di aziende del settore. Il mio primo approccio lavorativo è stato un progetto per Byblos per la realizzazione di una capsule collection e mi sono cimentata a studiare tendenze, k-shape, bilanciamenti cromatici, galvaniche e infine a pianificare una runway.

Il processo creativo: lavorate in modo istintivo o pianificate ogni singolo step? Da dove arrivano le vostre idee?

Cristina - Il mio processo creativo è tutto guidato dall’istinto. Non so dirvi esattamente con quale fenomeno atmosferico riesco a dare il meglio di me nella creatività. Se mi sveglio con il giusto mood, sarà la classica giornata lavorativa, se è uno di quei giorni di pazzia creativa, allora si, sarà la giornata perfetta per disegnare. Le mie idee nascono dall’osservazione dei piccoli dettagli che raccolgo e inserisco nel mio personale database mentale, con la certezza che prima o poi arriverà il momento per recuperarle. Per me ispirazione è tutto ciò che crea emozione, può essere una semplice foglia caduta in autunno o il vortice creato da una goccia di pioggia in una pozzanghera. Tutto fa arte, se c’è passione.

Valeria - Il processo creativo per me parte da una pianificazione precisa. All’interno di questa pianificazione è poi l’istinto a guidare la creatività.

Che cosa hai pensato quando sei stata contattata da Berto?

Valeria - Essere contattati da Berto per me è stata un’enorme fortuna e opportunità per realizzare capi con tessuti non banali e di qualità.

Cristina - Nell’azienda di Berto ho riscontrato la professionalità e l’ottima qualità che si cerca e si spera di trovare in qualsiasi azienda. Bellissime cartelle tessuti e varianti colori/stampe che sono servite alla realizzazione di accessori e di capi d’abbigliamento. Il tessuto è un elemento essenziale per realizzare ciò che si vuole rappresentare e allo stesso tempo per soddisfare la clientela. In Berto queste aspettative sono state sicuramente soddisfatte.

Con quali dei tessuti di Berto avete lavorato per il vostro progetto e le vostre collezioni?

Cristina - Mi sono innamorata subito di una gabardina tinta in pezza di un bellissimo colore giallo lime, con la quale sono stati idealizzati e confezionati dei bellissimi capi spalla primaverili asimmetrici. Ogni tessuto racconta una storia. Ricordo anche di essere stata rapita da un tartan blu e bianco che è stato fonte di vera ispirazione per la realizzazione di zaini a sacco abbinati a tessuti in contrasto in tinta unita.

Valeria - Con i tessuti di Berto ho sperimentato un abito dritto con taglio raglan e linea ad A, un gusto anni 70’ in tinta unita.

Qual è la parte più significativa di Berto for Talents secondo voi? Quali obiettivi siete state in grado di raggiungere grazie a questo programma?

Valeria - Questo progetto mi da la possibilità di avere un punto di riferimento prezioso, quale è il tessuto di Berto. Sapere da dove si parte infatti, da alla mia creatività una maggiore stabilità a livello modellistico, quindi la possibilità di viaggiare ancora di più con la fantasia.

Cristina - La parte più significativa e innovativa di questo progetto è sapere di poter contribuire a rafforzare l’immagine di un partner attraverso la creazione di prodotti giovani e versatili nati da materiali di ottima qualità. Ci tengo a sottolineare l’importanza di questa incredibile possibilità di “giocare” con i materiali di Berto. Grazie a questa collaborazione per me è stato possibile anche partire dalla fase di creatività e ideazione del prodotto e successivamente passare alla fase di realizzazione partendo da cartelle tessuto ricche e mai scontate. Ho potuto invertire il processo che quotidianamente regola l’attività della nostra realtà, dove le idee nascono dalla disponibilità dei tessuti del nostro meraviglioso magazzino e danno vita ad un susseguirsi di limited edition.

“Less but butter” può essere letto come l’approvazione di un certo grado di purezza nel design ma anche nel fashion design. Può anche essere inteso come un messaggio ambientale sulla riduzione e la sostenibilità. Cosa ne pensate?

Cristina - Nell’intero mondo fashion un aspetto su cui attualmente si concentra la massima attenzione, è la sostenibilità dell’intero sistema e la salvaguardia dell’ambiente dall’inquinamento (come può essere l’utilizzo di tinte chimiche per il finissaggio del tessuto o anche i fumi tossici creati dalla macerazione dei tessuti di scarto). Quid da sempre è sensibile a questi aspetti e cerca di contribuire recuperando ed utilizzando tessuti di rimanenza delle grandi aziende del settore, tessuti di alta qualità non utilizzati perché magari presentano un minimo difetto o perché non sufficienti a supportare una produzione. Noi cerchiamo di valorizzare questi tessuti e ne sfruttiamo le potenzialità nella fase di creazione.

Valeria - Per me significa avvicinarsi alla natura, rallentare i ritmi frenetici della vita moderna e allo stesso tempo dare nuova vita a materiali che hanno molto ancora da raccontare, che possono essere belli a lungo e che si trasformano in capi unici e di valore.

C’è qualcosa che non hai mai fatto e che ti piacerebbe realizzare?

Valeria - Mi ritengo molto fortunata perché ho appena realizzato un sogno che risale ai miei esordi: un abito da sera con una scollatura sulla schiena che ha sfilato a fine giugno. Questo però è solo uno dei tanti sogni, sono solo all’inizio e non voglio pormi limiti.

Cristina - Sono una giovane designer emergente, in serbo ho ancora un’infinità di prodotti, idee, progetti e follie da realizzare e condividere, voglio con tutte le mie forze vedere i miei sogni diventare realtà. Mi ritengo privilegiata per avere avuto la possibilità di concretizzare il mio percorso di formazione all’interno dell’accademia di moda. Quid e i suoi partner hanno reso possibile tutto questo. Non smetterò mai di viaggiare con la mente e con i sogni, assieme alla mia compagna preferita di viaggio: la passione.


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